TGIF – Book Whispers #64: I libri consigliati di questa settimana

Giuro solennemente di avere buoni consigli…

Nonostante sia un po’ malaticcia per questo appuntamento ho scelto tre letture diverse, che mi hanno colpito a livello emotivo e che sono riuscite a risucchiarmi nelle loro storie. Pronti per il Book Whispers?

Prima di cominciare vi ricordo di passare da Sara (Bookspedia) per scoprire i suoi consigli letterari di questa settimana.

L’uomo delle castagne di Søren Sveistrup

Pagine:560

Troppe cornacchie dietro il trattore. Saltellano freneticamente intorno a qualcosa di bianco, pallido e informe. Un maiale. Gli occhi spenti, il corpo che freme e si agita, come se provasse a spaventare le cornacchie, appollaiate a mangiare da un grosso foro di arma da fuoco sulla sua nuca. Un navigato agente di polizia, a una settimana dalla pensione, si ferma davanti alla fattoria di un vecchio conoscente, nei dintorni di Copenaghen. Qualcosa non va. Un maiale morto lasciato lì. Non si fa così, in campagna. Apre la porta d’ingresso, socchiusa, con due dita, come nei film. Per vedere una cosa che non avrebbe mai voluto vedere: sangue, un cadavere mutilato, altri corpi da scavalcare. Cammina fino all’ultima stanza, dove centinaia di omini fatti di castagne e fiammiferi – infantili, incompleti, deformi – lo guardano ciechi. Stravolto, si chiude la porta alle spalle, senza sapere che l’assassino lo sta fissando

“Non sono quelli a dargli i brividi. È il piccolo, innocente omino di castagne che troneggia su una scatola di fiammiferi.”.

Questa è un’indagine dal ritmo serrato dove l’autore mostra tutta la sua abilità nel saper gestire i tempi di un’indagine assieme a quelli di un massacro, due treni che viaggiano su due binari ben diversi uno più veloce dell’altro, ma senza dubbio più disastroso. Con uno stile diretto che lascia poco all’immaginazione e che riesce allo stesso tempo a suscitare interesse nel lettore, l’autore, bombarda di informazioni rendendoci in qualche modo parte della storia, parlandoci di dettagli che solo chi vive in quella zona può conoscere come per esempio il fatto che lasciare un maiale morto abbandonato in una campagna è qualcosa che nessun allevatore farebbe, come si sa del maiale non si butta via niente e già quando vediamo la carcassa dell’animale dentro di noi iniziamo a capire che c’è qualcosa di sbagliato e se questo è possibile è solo grazie all’abilità di Sveistrup di farci calare nella storia come se ci fossimo sempre stati, creando quasi dei ricordi che non esistono. Questo è sicuramente un mix che rende imperdibile un romanzo.

“L’uomo delle castagne” è un massacratore senza ritegno, un pazzo, ossessionato da qualcosa che neppure lui nella sua perversione riesce a comprendere fino in fondo.

Il nulla che per noi era tutto di Andrea Conteddu

Pagine: 249

Estate 1994. A Maris, paesino sulla costa centro-orientale della Sardegna, pieno di vita in estate e desolato in inverno, Francesco, undici anni, si gode le vacanze estive in compagnia di Matteo e Giulio, entrambi vicini di casa e suoi migliori amici. I tre affrontano le afose giornate giocando nelle campagne arse dal sole che si estendono di fronte alle loro case.
In seguito alla morte di un turista, all’apparenza dovuta a cause naturali, giunge a Maris  il signor Pasquale, e si trasferisce in una vecchia casa abbandonata da anni che incute un certo timore a Francesco e i suoi amici. Obbligato dai suoi genitori a dare una mano al signor Pasquale nei lavori di casa, Francesco assiste ad avvenimenti sempre più strani e inquietanti, finché non assiste all’apparizione del fantasma sanguinante di una bambina, la cui identità rimane avvolta nel mistero.

«La strada della ghiaia che attraversava le campagna del Nulla che per noi era tutto vi scorreva accanto; i conducenti delle poche automobili che la percorrevano però non potevano vederci, nascosti com’eravamo dal macchione, e per noi non c’era niente di meglio della possibilità di vedere ma non esser visti.»

L’estate, quel periodo spensierato, assume anche una sfumatura malinconica, lo dimostra il fatto che Conteddu ha deciso di tingere la sua storia con una nota più cupa, alternando il percorso di formazione che porta i ragazzini a crescere con qualcosa di più paranormale che crea un forte contrasto ma allo stesso tempo rende vivida la sua storia, ne delinea il tracciato e mette in risalto sia le luci che le ombre. Il nulla equivale al tutto e in un periodo come quello che vivono i tre amici è anche un modo per poter evadere, lasciarsi andare alle prime cotte e vedere oltre il velo, quello che tiene alla larga i ragazzini dal signor Pasquale, una figura che pur terrorizzando si rivela essere quella chiave per risolvere il mistero del paesino.

Come se avesse compresso un mondo intero in una biglia Andrea Conteddu ci regala una storia dal retrogusto amaro, che scorre veloce come l’estate, ma che grazie a quella punta acida contrasta con la spensieratezza e la dolcezza dei lunghi pomeriggi estivi, dell’infanzia e del ritrovarsi assieme, perdersi tra storie e giochi inventati in un luogo che sembra quasi essere paradisiaco, ma che mostra le sue insidie alle persone coraggiose abbastanza da intraprendere il viaggio.

“Il nulla che per noi era tutto” è il vuoto che diventa pieno, il crudo racconto di un mistero che si cela alle spalle di un piccolo paradiso che non è ciò che sembra.

La lista semidefinitiva dei miei peggiori incubi di Krystal Sutherland

Pagine: 415

Da quando il nonno di Esther Solar ha incontrato L’Uomo Destinato a Essere la Morte, tutta la famiglia è perseguitata da un fato ricorrente: in seguito a una maledizione, ognuno di loro è convinto che morirà per effetto della sua paura più grande. Esther non soffre di una fobia in particolare ma per sicurezza decide di stilare una lista meticolosa e di evitare tutto ciò che potrebbe diventarlo: ascensori e grotte, spazi angusti e luoghi affollati, aragoste e oche… Jonah, ex compagno di classe delle elementari – che le ha spezzato il cuore abbandonandola il giorno di San Valentino all’età di otto anni per poi ricomparire molti anni dopo e derubarla alla fermata dell’autobus – le prospetta però una strategia diversa. Esther si imbarca con lui nell’avventura di affrontare una dopo l’altra le proprie paure per sconfiggerle e per avvicinarsi alla Morte quanto basta per convincerla a lasciare in pace una volta per tutte la sua famiglia. C’è però una paura che è sfuggita alla sua lista, la più grande di tutte: quella di abbandonarsi all’amore.

“La lista mi tiene in vita. Nessuna di quelle cose rappresenta una paura più profonda delle altre. Agiscono da diga. Una sorta di argine per tenere lontana la grande paura cattiva”.

Krystal Sutherland è riuscita a creare un personaggio straordinario come Esther Solar, caratterizzato magistralmente e nel quale si riesce ad immedesimarsi facilmente, che -anche se titubante- affronta le sue paure in un viaggio che le permetterà di capire sè stessa e cosa teme realmente. Affrontare le sue paure con la sua lista semidefinitiva dei suoi peggiori incubi ha fatto la differenza e non importa se è un piccolo passo, per qualcuno potrebbe rappresentare la spinta necessaria per fare altrettanto.

“La lista semidefinitiva dei miei peggiori incubi” potrebbe sembrare un elenco insensato di paure, ma in realtà nasconde un messaggio potente, il coraggio necessario per affrontare ciò che si teme e fare quel passo importante per andare avanti, vivere meglio e prendere in mano le redini della propria vita.

Per questo appuntamento è tutto! Ricordate di passare da Bookspedia per scoprire i titoli consigliati da Sara.
Alla prossima!

 

 

 

 

 

May the Force be with you!
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